Grotta dell’Angelo o di San Michele Arcangelo

Trovasi nell’ampia valle di Montoro, nella parte settentrionale della frazione di Preturo di Montoro Inferiore in contrada “LABSO” nella via “LAURA”, cui si accede per la via pedonale detta “dell’Angelo”.
È un eremitaggio molto antico di S. Michele Arcangelo,detto”l’Angelo”,sito nella via omonima, Cavense nominato nel “Chronicon Cavense ” fin dall’841, come affermato dal Galiani, conosciuto nel 995, la cui Chiesa di “Sancti Michaelis” risulta “in locum muntoru finibus rotense“. Nel 1623 è ben noto anche come “Grotta di S. Michele Arcangelo” e nel 1625 “Chiesetta di S. Michele ab habiso”, cioè collocata sulla sorgente “LABSO”, con beneficio semplice di 15 ducati annui ed un titolare, e già frequentato da “gran concorso” di popolo nella Pasqua di Risurrezione e nelle annuali festività di S. Michele Arcangelo a Maggio e a Settembre.
Attualmente ancora nel pomeriggio di Pasqua ed il Lunedì in Albis, per commemorare anche la vittoria dell’Arcangelo S. Michele su Lucifero, ogni anno si svolge la festa popolare in onore dell’Arcangelo, Principe delle Milizie Celesti, ritenuto anche l’Angelo dell’annunzio della Risurrezione di Gesù sul sepolcro, con la celebrazione della Messa e dei Vespri e larga partecipazione di fedeli provenienti nei due giorni anche dalle altre zone del montorese, da Forino. Contrada, Mercato S. Severino e da altri centri anche lontani.
Come pure si onora oggi nelle annuali feste di Maggio e di Settembre ed in altre circostanze particolari; la Grotta dell’Angelo o di S. Michele, incavernata nella collinetta “Laura”, come descritto anche dallo storico Galiani, è formata da una doppia grotta naturale nella viva roccia, con due aperture, con una conca che raccoglie l’acqua limpida che gronda dalle stalattiti pendenti dalla volta della grotta, e si conserva diaccia. Moltissime concrezioni di carbonato di calcio pendono dalla detta volta e scendono talora quasi fino al suolo, in forma di grappolo.
Considerevoli e degne di rilievo, oltre le stalattiti, sono le stalagmiti, generate in abbondanza sul suolo, in forma conica. Il Santuario o romitaggio di S. Michele, è dedicato al principale patrono dei Longobardi, che introdussero il culto anche nella zona di Montoro prima dell’estinzione del loro dominio, avvenuto nell’anno 753.
Il Santuario nel 1041 era pertinenza dell’antico Episcopio di Montoro, come si rivela dalle concessioni fatte dai principi di Salerno: Gisulfo, Ruggiero e Roberto il Guiscardo, che si erano impadroniti dei beni del vescovato di Montoro, dopo l’omicidio del vescovo del Vescovo del tempo.
Detti beni con le relative dal rendite dal Papa Alessandro II nel Concilio di Melfi, con al tempo dell’Arcivescovo Alfano I°, concessioni poi confermate dall’imperatore Federico nell’anno 1220,da Renato d’Angiò nell’anno 1460 e da altri, nonché avvalorate dai Pontefici romani Lucio III, Innocenzo III, Gregorio IX ed Alessandro IV, che stabilì con una Bolla ancora più ampie concessioni.
La grotta naturale, mincavata in un masso della montagna “LAURA”, grandissima, dalla quale, attraverso un’apertura al lato destro, si accede ad una seconda grotta, anch’essa vasta, ha affreschi bizantini molto antichi, forse d’età longobarda (dal XIII al XV secolo), attribuibili all’opera dei monaci che abitavano l’eremitaggio. Dei detti affreschi, uno é dedicato all’Arcangelo S. Michele, la cui effige, molto antica, è scolpita su schisto, ha ai due lati le immagini in affresco di S. Biagio, molto venerato nella frazione di Preturo, S. Gregorio.
Un altro affresco nella grotta principale, vetustissima e più ampia riproduce S. Michele che sconfigge il drago, mentre un monaco in ginocchio prega; ed un terzo affresco è in una nicchia e riproduce la Madonna col bambino fra due santi, la Pietà.
Gli affreschi attualmente sono in parte rovinati dalla infiltrazioni di acqua nella roccia e della conseguente umidità, per cui occorre un ulteriore e ben sollecito, ma radicale intervento della Soprintendenza ai Beni Culturali e Storici.
Interessanti sono vari reperti marmorei decorativi, resti architettonici più antichi, modanature di un probabile altare, che sono stati riutilizzati come gradini in diversi punti.
Vi erano anche frammenti di epigrafi, deturpate ad asportare da ignoti.
Il 1°Maggio 1918 l’Arcivescovo di Salerno Mons. Grasso, visitando la parrocchia di Maria SS. del Carmelo in Preturo, volle visitare anche la Grotta dell’Angelo e raccomandò di custodire la grotta e gli affreschi, di grande pregio e valore anche per la loro antichità.
Accanto alla secolare grotta, tra le ginestre e gli alberi di quercia che giganteggiano come pilastri, vi è l’abitazione dell’eremita, notevolmente dissestata a causa dei gravi danni subiti dal sisma del 1980 nella frazione di Preturo, notevolmente disastrata, del Comune di Montoro Inferiore.
Sono stati effettuati lavori, con il contributo della Regione Campania, e ristrutturata la grotta con gli affreschi, adeguatamente illuminata, e anche i locali annessi, cioè la sacrestia e l’abitazione dell’eremita con ogni servizio occorrente. La strada pedonale di accesso al Santuario dalla via Laura, detta “dell’Angelo”, è stata resa più accessibile e comoda, nonché illuminata nelle ore notturne, con lavori radicali e rilevanti a cura e a spese dell’Amministrazione Comunale di Montoro Inferiore, con l’ampio piazzale, pure ristrutturato e abbellito dal Comune.
La Grotta e tutti i locali del Santuario, attualmente sono di pertinenza della locale Parrocchia di Maria SS. del Carmine e di S. Felice in Preturo, che ne cura anche la gestione ed il culto nelle dette annuali festività e circostanze.
La detta strada di accesso, definita “penitenziale” dal D. Alessio nel suo libro di “Ricerche sul culto di S. Michele Arcangelo”,passa sotto i piloni del ponte della ferrovia Avellino-Cancello, costruita nella metà del XIX secolo. La grotta, invece, è presso la sorgente “Laura” e su quella di “Labso”, delle quali S. Michele è il protettore.
È credenza popolare che almeno una volta in vita bisogna visitare la Grotta, e chi non si è recato vivente ci andrà in spirito da morto!
Vi è pure la credenza costante che chi per tre volte attraversa la grotta, che ha due aperture, sarà preservato dalle malattie viscerali, e che le puerpere avranno un buon parto per la protezione di S. Michele.
Certamente la Grotta dell’Angelo in Preturo è solo un luogo di raccoglimento e di preghiera: attualmente la strada pedonale di accesso è dotata anche delle 15 stazioni della Via Crucis con quadri realizzati in artistica ceramica, a cura ed a spese della Comunità Montana Serino-Solofrana nell’anno 1998.
La tradizione riferisce anche che S. Modestino, primo Vescovo e Patrono di Avellino, abbia trascorso gli ultimi giorni della sua vita sul Santuario in preghiera e penitenza.
Pertanto la Grotta o Santuario di S. Michele o dell’Angelo, come affermato dal citato D’Alessio, è il primo e più importante Santuario in onore di S. Michele, e per i resti architettonici, ancora esistenti ed utilizzati come gradini, e per l’ubicazione accanto alle sorgenti LAURA e LABSO, nonché il più antico Santuario nella Valle Solofrana e dell’Irno. È una sintesi felice di speleologia, di storia, di arte e di architettura alto-medievali.
Altri Luoghi di culto
In questa frazione, sede antica della parrocchia dei tre villaggi Piano, Preturo e Parrelle, vi sono anche luoghi di culto molto antichi e rinomati, alcuni esistenti ancora oggi, ed altri estinti, dei quali è rimasta la sola denominazione come: “Chiesetta o Cappella di S. Maria della Laura”, antica sede della parrocchia, Chiesa oggi completamente inesistente, e qualche residuo murario, adiacente alla sorgente “Laura”, è stato eliminato da qualche anno da nuova costruzione; “S. Pietro delli Sozzi”, esistente già 1143, sita nella parte settentrionale di Preturo, quasi all’inizio della salita Laura, della quale è restato solo qualche rudere fino al 1958 prima dell’alienazione del suolo; “Santa Maria Maddalena” di cui si hanno notizie già nel 1581 e della quale rimane la sola denominazione della località “Maddalena”: “Santa Caterina”, che nel 1576 risulta grancia della Badia di S. Maria de Vetro di Salerno e già diruta nel 1625.
Attualmente, quindi, oltre alle Cappelle private di S. Alfonso dei Liguori in Via Prato, dell’Immacolata in Via Capo, vi è la Grotta di San Michele Arcangelo o Santuario dell’Angelo in Contrada Labso, appartenente alla parrocchia di Preturo.